Il Green pass e la Teoria dell’etichettamento.


Il Green pass e la teoria dell’etichettamento.

Il Green pass e la teoria dell’etichettamento.

Scrivo questo articolo dopo aver letto alcuni commenti al video che potete vedere e che ho postato sul mio profilo.

Si può essere contrari o a favore del Green pass ma l’atteggiamento del voler etichettare i manifestanti come facinorosi, invasati, idioti e simili non va bene.

Non voglio fare la morale a nessuno, per carità, ma vorrei semplicemente ricordare che dall’etichetta nasce uno stigma e quando la persona si sente o diventa stigmatizzata, poi finisce per interiorizzare il comportamento negativo.

Secondo Goffman dallo stigma e dal conseguente declassamento dell’individuo vi sarebbe l’origine del comportamento deviante.

La pensano così i teorici dell’etichettamento (fautori della Labelling Theory).

Veniamo al caso in cui una persona commetta un piccolo furto, sconta la sua pena e tornato in società continua ad essere etichettato come un criminale dall’ambiente circostante.

La reazione sociale porterà inevitabilmente l’individuo di fronte ad una scelta, aumenteranno le probabilità che in futuro decida di continuare a tenere quel comportamento diventando un delinquente abituale.

Chissà cosa avrebbe da dire ai nostri tempi Goffman sulla Certificazione verde Covid-19 misura che crea divisionismo su un tema fondamentale.

Lo stigma comporta isolamento, esclusione dalla società, emarginazione e questi fenomeni costituiscono l’humus sul quale poi si alimentano tensioni, disordini e caos nella società.

Mi meraviglio dei politici che alimentano tale divisionismo, sminuendo questa o quella fazione, perché di fazioni stiamo parlando.

Questi soggetti, non sanno fare il loro mestiere; dovere della politica è alimentare la coesione sociale, non escludere le minoranze.

Queste tensioni creano un danno sociale, un vulnus nella società, che ci vorranno anni a riparare, una ferita che difficilmente si rimarginerà nel breve periodo.

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