Green Pass: il governo ci vuole come Britney Spears
So già quello che state pensando, Marco, ha deciso di darsi al Gossip, di aprire un nuovo capitolo della sua vita e parlare di frivolezze.
Ebbene………. suspense.
Niente di tutto questo, l’idea di effettuare un’associazione di concetti tra Green Pass e Britney Spears, mi è venuta dopo aver visto il documentario uscito su Netflix dedicato alla vita dell’artista e la sua diatriba con il padre, reo di averla privata di alcune libertà mettendola sotto tutela la cosiddetta (Conservatorship).
Ma di quali forme di libertà stiamo parlando? È presto detto.
Se una persona non è in grado di gestirsi è ovvio per chiunque che venga limitata la sua libertà di disposizione patrimoniale affidandola ad un soggetto terzo, professionista o familiare, ritenuto idoneo dal tribunale.
Non è altrettanto ovvio, e forse non tutti sanno, che negli Stati Uniti, la tutela può riguardare anche la libertà di disporre del proprio corpo, e quindi la possibilità di prestare o negare il consenso informato, di cui il tutore avrà la piena disponibilità.
Con questo provvedimento il tutelato perde pertanto il diritto nello scegliere, da chi farsi curare, dei farmaci da assumere, ed è quello che è avvenuto a Britney Spears.
Come chiaramente è stato definito nel filmato, la sottoposizione della tutela può essere considerata come la morte civile della persona.
L’individuo privato di qualsiasi diritto viene pertanto eterodiretto dall’amministratore.
Per conquistare le libertà civili di cui tutti oggi possiamo godere, ci sono voluti, secoli e anni di lotte.
Per come la vedo io, con il Green Pass il governo ha messo sotto tutela l’intera popolazione, il rischio con un’operazione di massa di questo tenore è che da una situazione di tutela temporanea, si passi ad una tutela ben più duratura, fino ad arrivare a privazioni e limitazioni parossistiche di diritto alle cure.