Disamina sul programma sulla sicurezza di Democratici per Pieve.


Le misure più significative sono una sostanziale riproposizione delle proposte del MoVimento 5 Stelle – Pieve di Cento cassate da Democratici nel corso del mandato amministrativo 2014 – 2019.

Avendo una laurea specialistica in Criminologia: Scienze per l’Investigazione e la Sicurezza, ed essendomi specializzato in questo ambito nella nuova branca della Criminologia, la Criminologia ambientale, a buon titolo posso parlare del programma sulla sicurezza di Democratici per Pieve.

  • Potenziare il presidio della Polizia Municipale e investire maggiormente sulla figura del vigile di comunità

In merito nulla da eccepire, ben venga il vigile di comunità a patto sia una figura aggiuntiva dell’organico attualmente in essere.

  • Promuovere un progetto di comunità contro i piccoli reati ed i furti, attraverso l’installazione di sistemi di allarme nelle abitazioni private e nelle aziende, collegati a un servizio di vigilanza pubblica e privata che intervenga nelle varie zone di Pieve

Nei comuni dove si vogliono promuovere azioni per la sicurezza delle abitazioni private, solitamente si prevedono incentivi pubblici per l’acquisto di sistemi di antintrusione, antifurto, l’installazione di inferriate e cancelli.

In questo caso si delega sempre ai privati che hanno disponibilità economiche, posto che non sono gli unici a subire i furti.

  • Proseguire nell’installazione di nuove telecamere nelle vie di accesso e di uscita da Pieve

L’installazione delle telecamere è indubbiamente un deterrente ma non possono essere l’unico mezzo di prevenzione della microcriminalità occorrono ulteriori iniziative, posto che le telecamere così come il pattugliamento a zone, non fanno venir meno quel fenomeno in Criminologia conosciuto come il Crime Displacement, vale a dire la delocalizzazione della criminalità nei luoghi contigui a quelli dove la polizia svolge attività di prevenzione.

  • Coinvolgendo i residenti delle varie zone, realizzare progetti di “controllo di vicinato” per promuovere un ulteriore sistema di presidio e controllo della sicurezza in particolare dei più deboli

Il Controllo di Vicinato fu proposto dal Movimento 5 Stelle – Pieve di Cento nel 2016 come misura per rispondere ai crescenti episodi di micro criminalità che interessarono la popolazione residente all’epoca, fu proposto nello stesso periodo in cui venne adottato con successo a San Giovanni in Persiceto.

Il fondamento teorico del Controllo del Vicinato è basato sulle teorie derivanti dalla Criminologia Ambientale, o altrimenti detta Enviromental design, una branca della criminologia particolarmente recente che considera il crimine come un fattore non generato unicamente nella mente del criminale, ma strettamente connesso con il contesto spaziale. Tra le differenti teorie che costituiscono l’assunto principale di tale approccio disciplinare, da segnalare la teoria dell’Attività Routinaria di Lawrence Cohen e Marcus Felson.  Secondo questa teoria, perché si compia un reato predatorio, devono verificarsi tre condizioni nello stesso momento e nello stesso luogo:

• La disponibilità di un bersaglio (target) adeguato 

• L’assenza di un controllore idoneo a prevenire l’evento criminale.   

• La presenza di un potenziale aggressore motivato.

In seguito ad un assessment delle vulnerabilità strutturali, ambientali e comportamentali del luogo e del contesto interessato, con il Controllo del Vicinato s’interviene sull’assenza del controllore, per restituire ai residenti la capacità di controllare il proprio territorio.

Allora, la mozione del Controllo di Vicinato, fu bocciata, in quanto Democratici per Pieve ritenne che non vi fosse interesse da parte della cittadinanza, non avendo partecipato i cittadini alla Consulta sulla Sicurezza. Noi all’epoca criticammo il fatto che la Consulta sulla Sicurezza, non era stata adeguatamente pubblicizzata.

Il Controllo del Vicinato vuole aumentare il controllo sociale informale del cittadino.

L’intervento non si riduce unicamente nell’apposizione di idonei cartelli di segnalazione, ma comprende una serie di iniziative ed attività eterogenee, come la costituzione di gruppi WhatsApp, l’individuazione di un referente della Polizia Municipale, ecc., misure che costituiscono un deterrente per i furti nelle abitazioni ed al contempo consentono di disincentivare altri comportamenti illegali come truffe, vandalismi, scippi, graffiti, ecc.

L’impegno da parte dell’Amministrazione Comunale in questo caso è minimo, infatti si prevede unicamente l’acquisto degli appositi cartelli per segnalare l’area dove il controllo è presente e l’adesione all’associazione, assieme alla quale collaborare per poi organizzare gli interventi e le attività di formazione della popolazione interessata, aiutati dai referenti dell’associazione stessa.

 In virtù della sua economicità per le casse comunali, della responsabilità per la sicurezza delegata ai cittadini stessi, il MoVimento 5 Stelle – Pieve di Cento ritenne allora, e ritiene adesso, l’iniziativa degna di nota, pienamente condivisibile ed applicabile al territorio di Pieve di Cento.

Ad ogni modo, per il programma completo del Controllo del Vicinato, vi rimando al sito internet dell’associazione: http://controllodelvicinato.it/.

  • Ampliare i locali a servizio della stazione dei Carabinieri di Pieve attraverso la riqualificazione degli edifici affacciati su via del Cane, e aumentare il numero di Carabinieri in servizio a Pieve.

Nulla da eccepire.

  • Individuare e proporre forme di assicurazione per rimborsare gli anziani vittime di truffe e raggiri.

Per mitigare gli effetti degli episodi di furti in abitazione e di microcriminalità in generale che interessano il nostro territorio esistono forme di copertura assicurativa. Alcune di queste sono già presenti in alcuni Comuni della regione Emilia Romagna: vedasi il Comune di Bologna, oppure Ozzano. Così altri esempi si possono rinvenire in altri Comuni d’Italia, come a Selvazzano, oppure a Grugliasco ecc.

Alcune di queste polizze prevedono tra le condizioni generali di contratto oltre a specifiche forme di Garanzia di Assistenza all’Abitazione, Garanzie di Assistenza alla Persona, tutto questo per mitigare non solo i danni materiali ma anche e soprattutto i danni alla persona sia psicologici che fisici.

Vi sono quelle che offrono minori garanzie e sono interamente a carico dei Comuni, fornendo quindi copertura gratuita alla popolazione; tutto questo avviene per non impattare eccessivamente sulle casse comunali.

Altre ancora invece prevedono maggiori tutele, assicurando anche i beni di proprietà, in questo caso però la polizza si attiva solamente per coloro che decidono di aderire al progetto pagando una somma annua irrisoria (vi sono casi nei quali si richiedono 10,00 € a nucleo famigliare).

Tali polizze sono importanti, in quanto intervengono sotto il profilo restitutorio offrendo un ristoro dei danni materiali subiti, chiaramente per beni mobili materiali di modico valore.

La proposta del 2016 di dotare Pieve di Cento di una polizza assicurativa contro i furti, dopo il rinvio in Capigruppo, inspiegabilmente non trovò accoglimento, nonostante il lavoro del qui presente, sull’individuazione di offerte convenienti per il paese.

L’attuale proposta in ogni caso, così come formulata nel programma per Pieve riduce la copertura assicurativa solamente alle persone più vulnerabili, limitando notevolmente la portata e l’interesse per la collettività.

  • In collaborazione con l’Unione Reno Galliera, con le Forze dell’Ordine e con le associazioni, realizzare sempre più progetti di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.

Giusto ricorrere ad attività che coinvolgano la cittadinanza e sensibilizzino sul tema della violenza di genere; tali misure tuttavia non possono costituire un modo per lavarsi la coscienza e non investire risorse dirette per debellare il fenomeno.

Nel corso del mandato amministrativo proponemmo la mozione d’indirizzo per richiedere alla regione di prevedere cure sanitarie gratuite per le donne vittime di violenza.

La mozione passò con l’astensione di Democratici per Pieve che si ritenne pienamente favorevole alle cure sanitarie gratuite, ma che di fatto secondo loro il tema andava affrontato in altre sedi, nonostante che mozioni analoghe erano già state adottate da diversi Comuni dell’Emilia-Romagna.

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