Bonus badanti: le criticità
Come avevo evidenziato in un precedente articolo, dal 1° gennaio 2023 è entrato in vigore l’aumento dello stipendio dei lavoratori domestici (Colf, badanti ed assistenti famigliari in generale). Oltre l’aumento dei salari è aumentato in maniera spropositata il costo dei contributi previdenziali.
Il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso prevede due misure per sostenere il lavoro che si svolge all’interno delle famiglie e rendere regolare il lavoro domestico, bonus a chi assume in regola e ripristino dei voucher o buoni lavoro.
Il bonus di 1.500 euro da corrispondere a quelle famiglie che assumono colf e badanti va ad aggiungersi alla detrazione fiscale già esistente per chi assume assistenti familiari che arriva fino ad un massimo di 1.549,36 € annui.
La detrazione fiscale già prevista può arrivare a coprire fino al 15% dei costi complessivi che le famiglie pagano per avere persone addette all’assistenza al domicilio.
Cifra che non si avvicina minimamente alle percentuali previste in altri paesi d’Europa come in Francia, dove la detrazione può arrivare fino al 50% delle spese sostenute.
Bonus badanti: le criticità
In ogni caso la misura predisposta dal governo, di cui non si hanno più notizie da fine gennaio, presenta diverse criticità:
– anzitutto, l’importo del bonus viene calcolato tenendo conto dell’ISEE. Questo significa che le famiglie benestanti avranno maggiori vantaggi rispetto a quelle che lo prendono per necessità;
– Si prevedono inoltre, limitazioni per i percettori dell’indennità di accompagnamento. In questo caso il bonus potrebbe venire sensibilmente ridotto oppure non essere minimamente previsto;
– il bonus nella misura massima riguarda unicamente i contributi di badanti o collaboratori domestici non conviventi con il limite orario minimo di circa 20 ore settimanali di lavoro. Si prevede una riduzione proporzionale per i contratti più brevi.
Bonus badanti: le criticità
A nostro avviso il governo dovrebbe intervenire su più fronti con misure strutturali e draconiane, non ricorrere a bonus e misure una tantum.
In particolare, analogamente a quanto avviene in paesi come la Francia, dovrebbe consentire nell’ambito del lavoro domestico una detrazione fiscale idonea a coprire almeno il 50% delle spese sostenute.
Una misura di tal genere ridurrebbe in maniera significativa i ricoveri in struttura (non più sostenibili), comporterebbe l’emersione del lavoro nero ed aumenterebbe gli introiti derivanti dalla tassazione, senza contare gli effetti indiretti positivi per l’economia in generale generati dall’aumento dei consumi.
Immagine dell’articolo realizzata con l’Intelligenza Artificiale di Bing Image Creator.
Descrizione dell’immagine: badante con sorriso beffardo che sorride e mostra all’anziano disabile che accudisce l’aumento della propria busta paga. Alle spalle dell’anziano che piange la figlia che gli fa comprendere che purtroppo sono costretti e non c’è altra soluzione.