Coronavirus e Centri diurni per disabili: il governo ammette la propria incapacità nel fornire assistenza al domicilio.
Il neo istituito ufficio per le politiche sulla disabilità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha emanato una nota il 24 Febbraio in seguito all’emanazione del DPCM 23 Febbraio 2020, il primo decreto sulle misure per la tutela della salute pubblica.
Successivamente come saprete, è stato emanato un ulteriore decreto del 1° Marzo contenente prescrizioni più aggiornate.
Nella nota, si legge che il governo sta valutando di fare rientrare i cosiddetti Centri Diurni per Disabili tra le attività soggette a sospensione, nelle regioni del focolaio.
Ausili per persone con disabilità
La mancata presa di posizione, è dovuta al fatto che una misura di tale preponderanza richiederebbe un altrettanto forte azione compensativa di supporto ed assistenza domiciliare per gli utenti costretti a casa, in modo da garantire loro i servizi essenziali e lo svolgimento di attività analoghe a quelle svolte nei Centri.
Allo stato attuale, il nostro sistema assistenziale non è in grado di avere una rete di assistenza e supporto domiciliare sufficientemente attrezzata per persone gravi o gravissime disabilità che vivono al proprio domicilio.
In sostanza, lo stato con questa nota, ammette la propria incapacità nell’assistenza sociale e sanitaria al domicilio.
Le persone con gravi forme di disabilità anche congenite se positive al Covid-19 hanno probabilità superiori alla media di rischiare la vita. Se gli assembramenti sono stati vietati in generale non si comprende come mai tali strutture possano continuare a rimanere aperte.
Questa può essere l’occasione per pensare ad una riforma dei servizi, che vada nella direzione auspicata dall’Europa di ridurre l’istituzionalizzazione delle persone con disabilità.