Come si legge sul sito internet,
è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 5 Gennaio 2019 il Decreto del 15 Novembre 2018 che prevede la ripartizione alle Regioni delle risorse del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare.
La legge n. 112 del 2016 che ha istituito il Fondo è la legge del governo Renzi, recante “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare“.
Se guardiamo alle statistiche nazionali, e prendiamo la nota sulla legge “Dopo di Noi” pubblicata dall’Istat del 31 Maggio 2017, viene specificato che nel 2014, le strutture residenziali rivolte agli adulti con disabilità offrivano circa 51 mila posti letto, e la maggioranza di queste (oltre il 90%) sono di carattere comunitario, vale a dire con un numero di posti superiore a 6-10 pazienti, mentre solo il 9,6% sono di tipo familiare, cioè di dimensioni più contenute.
A fronte di questi numeri presenti a livello nazionale, i fondi previsti per la regione Emilia Romagna sono 3.730.300 Euro, riconosciuti sulla base del fabbisogno calcolato sul numero di beneficiari potenziali, il 7,3% della popolazione di 18-64 anni.
Come scritto nell’articolo riportato il vero problema è capire a quali progetti le regioni, in questo caso l’Emilia Romagna, abbiano dato seguito.
Come avevo già anticipato nell’articolo “DOPO ANNI DI SONORO SILENZIO, LE ASSOCIAZIONI DEI DISABILI SI SVEGLIANO“, nella delibera della Giunta Regionale, la numero 257 del 26 febbraio 2018, nel Gruppo Tecnico Regionale, competente a valutare le proposte d’intervento fanno parte anche gli esperti delle Federazioni rappresentative delle persone con disabilità FISH e FAND.
Alla mia richiesta di accesso agli atti, del 5 Novembre, ho ricevuto dagli uffici della Regione la risposta, in data 22 Novembre, in cui confermavano che l’elenco degli interventi ammessi non era ancora disponibile, nelle more dell’approvazione dei progetti della Giunta attesa per la prima metà di Dicembre.
Ad oggi, sul sito della Regione Emilia non è ancora comparso nulla al riguardo.
In rete gli ultimi articoli sull’argomento risalgono a settembre 2018, tutto ancora tace.