L’istituzionalizzazione della persona: un male tutto italiano.


Nessuno lo vuole ammettere, ma viviamo nel paese di Bibbianopoli, il paese dove le famiglie vengono divise da servizi sociali che agiscono in assenza di una qualsiasi forma di controllo, spesso in combutta con comunità-alloggio che per l’attività di recupero percepiscono fondi pubblici.

Famiglie spezzate semplicemente perché incapienti (ndr. come se nascere poveri fosse una colpa).

Se c’è una colpa, in questo caso, è da ricercare nelle istituzioni, incapaci di operare un’equa redistribuzione della ricchezza.

Un paese dove l’istituzionalizzazione delle persone è ad ogni livello.

Il caso di cui vi ho parlato in un altro articolo è emblematico, ma non è l’unico, spesso al centro vi sono non solo persone in condizioni di fragilità, ma anche minori:

Abbandonato dalla madre, viene parcheggiato in un ospedale psichiatrico fino all’età di 32 anni senza alcuna patologia mentale.

Vediamo centri diurni e residenziali (rsa, ricoveri, ecc. ) che segregano persone con disabilità, per le loro condizioni di salute, quando potrebbero benissimo continuare a vivere nel loro domicilio con una maggiore qualità di vita, sulla base di un progetto personalizzato di vita.

Se vi dicessi, che si sta inoltre parlando di una Bibbiano per minori con disabilità, cosa pensereste? Sottrarre per alcuni mesi all’anno minori alle loro famiglie, per abituarli a vivere in comunità o in case-famiglia, per prepararli al “Dopo di Noi“, il tutto con buona pace dei principi contenuti nella Convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità, una pratica che potrebbe diventare presto una realtà.

Offrire tali soluzioni potrebbe diventare facile soprattutto in quelle occasioni in cui ci sono caregivers che necessitano di un periodo temporaneo di riposo.



Un altro caso venuto alla ribalta grazie all’interessamento della trasmissione televisiva Le Iene, è il caso di Carlo Gilardi, un signore anziano tenuto in una RSA contro la sua volontà.

Un caso che ha nuovamente acceso il dibattito sull’istituto giuridico dell’amministratore di sostegno.

https://www.iene.mediaset.it/video/carlo-gilardi-libero_961857.shtml

Abbiamo avuto casi di strutture come il Forteto, dove venivano perpetrati abusi, con i vertici che erano conniventi con la politica.

Le istituzioni devono diventare capaci di offrire sostegno socio-sanitario-assistenziale alle famiglie senza costringerle a dividersi abbandonando il proprio domicilio.

Se vi sono famiglie che hanno dei problemi di natura economica, si diano loro dei fondi per il superamento delle condizioni di povertà ed il mantenimento di una vita dignitosa; se necessitano di supporto psicologico per dipendenze o problematiche di un determinato tipo, si inseriscano in programmi di auto mutuo aiuto, ecc.

Si mantenga sempre in ogni caso al centro la persona, senza allontanarla dal nucleo famigliare e dall’ambiente di vita.

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