Le mani sulla disabilità in Emilia-Romagna, la prefazione del libro.
Ben ritrovati cari lettori,
Nel momento in cui scrivevo il libro che avete tra le mani, l’idea era quella di lasciare un lascito, una testimonianza alle future generazioni che potesse in qualche modo raccontare dell’indifferenza istituzionale nei confronti della disabilità, forte dell’esperienza vissuta come consigliere comunale.
Nelle pagine che seguono, toccherete con mano la pervicacia ignobile della politica nostrana nei confronti delle persone in condizioni di fragilità.
Dalle barriere fisiche alle barriere mentali dei governanti. Il leitmotiv è la finta inclusione che permea tutto il mondo politico.
Quando inizi a praticare politica dallo scranno, dopo poco ti accorgi che gli interessi del popolo diventano una chimera. Si tutelano solo se coincidono con gli interessi delle multinazionali o ci si accorge del cittadino e delle sue esigenze solo se porta consensi, o peggio ancora, se si tratta di meri interessi del privato amico dell’amico.
Tutti parlano dei cittadini, dei loro problemi, ma nel momento opportuno non si vedono, oppure si fa finta di non vederli. Figuriamoci dei problemi delle persone disabili, tradizionalmente considerati gli “invisibili” per eccellenza.
Di loro nessuno si ricorda, il welfare non interessa, si continuano ad erogare servizi senza pensare alle best pratices. Chi ha quindi la velleità di farsi eleggere per seguire l’utopia del fare il volere del popolo, o “peggio” ancora delle persone con disabilità, si ritrova ben presto messo da parte.
Ubi maior minor cessat.
La tracotanza e l’arroganza della politica, sono pertanto la vera anima pulsante del libro.
Denunziare le criticità che ogni giorno vivono le persone non autosufficienti, e non per loro colpa e nemmeno per loro voluntas, è necessario. E necessario è comprendere finanche, i meccanismi decisionali con cui tali processi si formano: verbali di commissioni e consigli comunali con discussioni kafkiane, tragicomiche e surreali, di fantozziana memoria.
Le mani sulla disabilità in copertina sono dunque quelle di coloro che detengono la gestione della disabilità, ma anche e soprattutto quelle di tante persone con disabilità che vivono in uno stato di totale o parziale segregazione in attesa del riconoscimento del diritto a vivere una vita indipendente.
Non aspettatevi un libro che scoperchi il vaso di pandora dei soggetti che lucrano sull’inclusione, con il beneplacito delle istituzioni, non è un volume d’inchiesta giornalistica.
Non è nemmeno un libro di denuncia su chi sistematicamente è destinatario dei fondi sulla disabilità e li usa in maniera impropria, pertanto non troverete né nomi né indicazioni sui responsabili.
Invero, l’intento è quello di offrire al lettore una fotografia non sbiadita della disabilità in Emilia Romagna, immagine che non può prescindere dagli aspetti economici, né tantomeno dalla normativa che ai vari livelli disciplina i settori che interessano la disabilità.
Non aspettatevi però che siano sviscerate tutte le problematiche, il tema è talmente vasto da affrontare che non basterebbe un’intera enciclopedia per far venire alla luce tutte le anomalie riscontrate.
La prima parte del volume verterà quindi sui numeri relativi il fenomeno a livello macro: dal Fondo Regionale per le Non Autosufficienze, alle tematiche che inevitabilmente afferiscono all’universo che ruota attorno alla vita delle persone con disabilità, dall’inclusione nel mondo del lavoro, alle barriere architettoniche, fino ad arrivare al Dopo di Noi.
Successivamente sarà la volta delle storture o incongruità presenti a livello regionale che destano più di una qualche legittima perplessità: partendo dall’ISEE, strumento adoperato per l’accesso alle misure socio-assistenziali, si giungerà alle cooperative sociali operanti nel Terzo Settore, realtà in forte espansione nella nostra regione.
Per finire la prima parte, non mancheranno alcune considerazioni sulle associazioni di categoria a tutela delle persone con disabilità, riconosciute come soggetti abilitati ad interloquire con gli enti pubblici.
Nella seconda parte, si entrerà nel vivo della trattazione, con tutte le porcherie perpetrate nella regione Emilia Romagna da parte dei politicanti a danno delle persone con disabilità.
Si inizia, con problematiche che scuotono i Comuni dell’Emilia, suddivise per grandi temi: dall’organizzazione dei servizi sociali e socio-sanitari, si prosegue con tematiche che riguardano l’assistenza della persona nel proprio domicilio, dall’assistenza domiciliare, alla situazione dei caregivers, fino ad arrivare alle questioni irrisolte che attengono all’autonomia della persona, dal trasporto sociale, per finire, con la vita indipendente.
La trattazione continua con la ripresa della realtà della Bassa Bolognese che come consigliere comunale ho potuto conoscere direttamente. Riprenderò in questo caso regolamenti comunali fallaci, bandi pubblici con limitazioni incomprensibili, ecc.; situazioni che ho potuto vivere come politico, ma ancor prima sulla mia pelle, come persona con problemi di salute.
Sul finire tirerò le conclusioni, tenendo sempre bene a mente che l’essere umano non nasce come homo oeconomicus, ma come soggetto portatore di diritti fondamentali che non possono essere pretermessi per mere ragioni di bilancio.
Buona lettura.
Marco Campanini